Dal vocabolario leggo memoria: “Funzione mentale complessa in forza
della quale stati di coscienza precedenti, connessi con l'esperienza o
l'insegnamento, vengono rievocati o rivissuti”.
In questi appunti parleremo, discuteremo, riscopriremo la nostra memoria,
il bagaglio genetico della curva dei suoi tifosi, dei suoi club. E poi
i personaggi che già affollavano le tribune prima ancora che noi
nascessimo, ed ancora le nostre esperienze personali che hanno contribuito,
nel loro piccolo s'intende (e supportate dall'aiuto fonadamentale di tutti
quelli che in un mio vecchio articolo apparso su “La Roma”
definii tanti piccoli sconosciuti) a creare ciò, che attraverso
gli anni, divenne il mito della Sud.
Per il sottoscritto, che credo possa a pieno titolo definirsi della vecchia
guardia, questi appunti rivestono una grande importanza che avremo modo
di verificare starda facendo.
Si parlerà di cose vecchie, molto vecchie, la gran parte delle
quali ci ha visto protagonisti diretti e sulle quali ci sarà ben
poco da dire, nel senso che varrà purtroppo la dura legge del:
“Io c'ero, tu?” contro la quale i se ed i ma avranno vita
breve.
Compagni di viaggio saranno altri “vecchietti” come me, di
conforto e di aiuto ne avrò bisogno e loro da buoni samaritani
si sono dichiarati disponibili a farlo. Saranno benvenuti anche tutti
quelli che, dati anagrafici alla mano, vorranno arricchire il tifoso giallorosso
di esperienze e ricordi personali, la memoria storica é un bene
prezioso e di tutti, non deve essere dispersa ma necessariamente tutelata.
Va protetta ed anche difesa dalle falsità, dalle chiacchiere, dai
giochi di potere poco ultras e molto di comodo, insomma la memoria storica
la farà da padrona e questo sarà positivo per tutti, o quasi.
Volevo, per chiudere, raccontare un aneddoto che é strettamente
legato a questi appunti.
Una volta, diversi anni fa, avevo immaginato una cosa molto bella, ed
ero convinto che si potesse concretizzare perché si erano creati
i presupposti giusti per poterlo fare. L'idea era quella di riunire tutti
i vecchietti, collocarli dietro un muretto, stendere un drappo giallorosso
e fare vita da ultras pensionati.
All'insegna dell'amicizia, della rimpatriata, del “te lo ricordi
quell'anno...?”, senza coltivare nessun interesse che non sia lo
stare insieme, ma con l'occhio vigile sull'andamento della curva e sulla
giusta crescita delle nuove generazioni, linfa vitale per tenere in piedi
la baracca.
L'avevo sognato ma é tutto finito in una bolla di sapone con mio
grande disappunto perché poteva e doveva venir fuori una situazione
interessante, soprattutto perché avevo la netta sensazione (confermata
puntualmente da tutto quello che abbiam visto a seguire...) che la prima
ad averne un gran bisogno era proprio la curva.
Oggi con questa memoria storica si cercherà in parte di ovviare
a quel drammatico passo falso, certo non sarà la stessa cosa, ma
quel che conta non é tanto mostrare uno striscione, quanto continuare
a proporre quel modo di essere che anche il tempo ha imparato a rispettare.
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